In conversation with Naoto Fukasawa

Da quanto tempo collabora con l’azienda italiana di design PLANK, su quali valori si basa questo rapporto e come si fondono la sua filosofia di design e quella di PLANK?

La collaborazione con PLANK (www.plank.it/it/) è iniziata nel 2012. Lavoravo già da molti anni con aziende italiane quando Michael Plank mi ha contattato. Sono rimasto affascinato dalla storia dell’azienda e dalla sua filosofia di design, che mi ha colpito. PLANK si basa sulla fiducia e sul lavoro di squadra e, in effetti, il team con cui ho iniziato a lavorare non è cambiato da allora. Ci completiamo a vicenda: quando mi viene un’idea, potete essere certi che Michael Plank o il responsabile della produzione Peter Gruber penseranno immediatamente a come realizzarla. L’approccio ingegneristico al design, il modo di affrontare le sfide e l’atteggiamento orientato alla soluzione sono gli ingredienti vincenti che rendono questa collaborazione così entusiasmante per me. Lo sviluppo della sedia BLOCCO è un ottimo esempio della dinamica della collaborazione con PLANK. Come materiale ho suggerito di utilizzare l’alluminio in estrusione di tubi quadrati per ridurre al minimo la piegatura e la saldatura. PLANK, storicamente nata come azienda produttrice di sedie in legno, si è evoluta in un’azienda di produzione neutrale dal punto di vista del materiale, in grado di gestire tutti i tipi di materiali. Alla fine abbiamo deciso di utilizzare il legno per questo articolo. Non ci sono limiti alla creatività quando si ha un partner aperto e capace.

Può dirci qualcosa di più sul suo progetto 2022 per PLANK?

Durante la pandemia PLANK mi ha chiesto di realizzare qualcosa di semplice e con un approccio minimalista. Un tavolo semplice da abbinare alla lounge chair LAND. Il materiale doveva essere naturale, semplice e non si dovevano usare tecnologie avanzate. La struttura doveva essere tradizionale e pulita e creare un impatto con la semplicità del design. La creazione di TO è stata forse il progetto più veloce a cui abbia mai assistito. Ci siamo incontrati un giorno con Michael PLANK a Milano nell’aprile del 2022, per verificare il prototipo. Alla fine ci siamo ritrovati qualche giorno dopo a Venezia, abbiamo visto il secondo prototipo e infine siamo andati a vedere la finitura, tutto in una settimana. Incredibile!

Come si presenta secondo lei la casa del futuro e come si inseriscono i suoi nuovi progetti per PLANK in questa prospettiva?

La scelta del materiale giusto è fondamentale. Come designer bisogna valutare attentamente quale materiale si adatta a un determinato ambiente. Per me, al giorno d’oggi dobbiamo tornare alle origini e utilizzare soluzioni sostenibili, prodotte in modo semplice e rapido. L’empatia e la flessibilità sono elementi chiave del mio credo progettuale. La mia creatività si concentra sull’essere umano e sul suo rapporto con il mondo che continua a cambiare e su come creare oggetti che si adattino a luoghi diversi trasmettendo un senso di stabilità.


Secondo lei, come dovrebbe interagire il design contemporaneo con il mondo di oggi?

I prodotti non devono imporre, ma colpire per la loro umiltà, simpatia e forza. Non si tratta di essere designer cool, ma di essere esseri umani gentili e calorosi che con la loro creatività contribuiscono a rendere il mondo un posto più vivibile. Facile da dire, non facile da mettere in pratica.

Cosa significa per lei il concetto di Made in Italy?

L’Italia è un Paese molto orgoglioso del design. Proprio di recente ho sentito dire che a Milano il 60% della popolazione è in qualche modo legata al settore del design. È incredibile. Gli italiani sono sicuri del loro stile e del loro design, non scendono mai a compromessi. Infatti, tutti i designer puntano a raggiungere la qualità del made in Italy, in quanto si tratta di una caratteristica eccezionale e unica, riconosciuta a livello internazionale.

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